La ragione può affermare l'esistenza o la non esistenza di Dio?
TRAMA: La storia è presto detta: un giovane al primo anno di studi universitari decide di iscriversi al corso di filosofia condotto da un docente ateo, il quale costringe tutti i discenti a sottoscrivere la radicale affermazione che “Dio è morto”, ma un discente, il protagonista, non accetta questa prostrazione, non sottoscrive tale affermazione e viene invitato dal docente a svolgere tre lezioni sull’esistenza di Dio, ma se fallirà nel suo intento avrà la bocciatura assicurata.


Ma non è finita qui…
Intorno a questa vicenda centrale, se ne affastellano altre correlate: una ragazza giornalista a caccia di notizie contro i fedeli cattolici; il fidanzato della giornalista, assolutamente cinico, che pensa solo ai soldi, che non vuole aver a che fare con una madre affetta da demenza senile.

Le domande che stanno di fondo a questa storia sono dunque:
Siamo sicuri che Dio non esista e che quel personaggio storico (chiamato Gesù), sia stato solo un buon profeta dalle belle parole?
La ragione o meglio la scienza può affermare che Dio non esiste?
L’astio verso Dio e verso la Chiesa è ragionevolmente fondato o è spesso frutto di “brutte” esperienze?
La religiosità, può essere fondata secondo fenomeni antropologici osservabili su larga scala?
I principi ateistici sono ragionevolmente fondati?